Di solito, quando ci sono dei pazzi scatenati che determinato un aumento dei controlli sul territorio, che impediscono o, quanto meno, rendono più difficili i normali traffici illeciti, la delinquenza comune e, ancor più quella organizzata, nazionale e transnazionale, si attiva per far catturare i pazzi, anche al fine di ripristinare la normalità.
Almeno quella normalità a cui è abituata la gente comune e, tra questa, la forza pubblica e la normale criminalità, che gradisce continuare a svolgere i propri affari illegali in santa pace o, comunque, nel consueto gioco delle guardie e dei ladri.
L’attività di intelligence, a cui sempre ci si richiama e ancor più ci si rivolge quando, come ora, è necessario contrastare sia i veri e propri attacchi terroristici che, più difficilmente, gli assalti dei cani sciolti, più o meno organizzati, significa anche questo.
E cioè ascoltare tutti i suoni della foresta urbana, da qualunque parte vengano, sia che si tratti di cittadini onesti che di onorata società: non si tratta di arruolare nessuno, si tratta soltanto di contribuire tutti, anche se per diverse motivazioni, ad un maggior controllo del territorio.
Resta altresì da capire che, per quanto si possa fare, in qualunque modo, il rischio è ineliminabile e, perciò, bisogna abituarsi a conviverci, con qualche accortezza, con maggiore attenzione e vigilanza, ma anche con la serena consapevolezza che non si può vivere nella paura.
Anzi non si deve vivere nella paura e, senza demonizzare né compiacere i fanatici, bisogna continuare a vivere la vita, ciascuno a suo modo, nei normali schemi e ritmi che le società civili hanno adottato, sentendosi sempre liberi di fare o non fare ciò che ci aggrada, nel lecito.
La libertà è anche questo: sentirsi liberi dalla paura perché, come ha detto un eroe moderno, chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.