Debellare superbos

Quand’anche la Chiesa non riuscisse ad insegnarci più nulla dal punto di vista morale resterebbe insuperata la sua alta scienza politica e diplomatica.

Ad essa, quindi, dovrebbero ispirarsi i Governi degli Stati riuniti nell’imbelle e spesso irresoluta Organizzazione delle Nazioni Unite e, specialmente, quelli presenti nel Consiglio di sicurezza.

Infatti, piuttosto che praticare astruse azioni di guerra umanitaria o di polizia internazionale, costoro dovrebbero rendere possibile per l’ONU una qualche forma di moderna scomunica o di moderno ostracismo.

Infatti, secondo la regola ecclesiastica, la scomunica maggiore, oltre a porre lo scomunicato al di fuori della comunione con la Chiesa, con privazione dei diritti e dei beni spirituali, in particolare della possibilità di ricevere i sacramenti, comportava l’obbligo per i fedeli di non avere rapporti con lo scomunicato.

Nella società feudale la scomunica era quindi un’arma potentissima, perché faceva sostanzialmente venire meno tutti i vincoli e le obbligazioni dei sudditi nei confronti del signore che, di conseguenza, si trovava escluso, oltre che dalla comunità ecclesiastica, dalla società civile.

E la scomunica durava fino a quando il colpevole non recedeva dal suo comportamento delittuoso, manifestando pentimento e prestando riparazione per i danni e lo scandalo provocati.

Come, del resto, già nella polis greca i cittadini votavano con tavolette di creta (ostracon) il bando di qualcuno di loro dalla città (ostracismo), con la conseguente morte civile e, in molti casi, fisica dell’ostracizzato, privato della difesa della città e, anzi, esposto alla rappresaglia degli exconcittadini, in caso di ritorno.

Ma, nella attuale società delle nazioni, nell’era della globalizzazione, nel tempo della comunicazione, potrebbe avere luogo una scomunica civile o l’ostracismo di uno Stato, come si suole dire, sovrano?

In teoria sarebbe semplice, semplicissimo: basterebbe che, attraverso una Autorità o Tribunale internazionale, si realizzasse una qualche forma di pressione, più efficace delle vecchie sanzioni delle Nazioni Unite, che comportasse un effettivo congelamento delle relazioni con qualsiasi Stato canaglia.

Ovviamente bisognerebbe che tale Autorità o Tribunale fosse dotato della forza e della capacità di applicare nei confronti dei Governi canaglia e di tutti i loro cittadini, ovunque si trovassero, una forma di pressione totale, simile e quella della scomunica medievale o dell’ostracismo greco, estendendola a quanti altri violassero il blocco e mantenendola per tutto il tempo necessario alla instaurazione di un nuovo Governo avente caratteri non canaglieschi.

Se tutto ciò, per quanto bello, non è minimamente attuabile, come certamente non lo è nell’immediato, quando non si è ancora neppure riusciti a definire una convenzione internazionale antiterrorismo, allora dovremo ancora una volta caricarci, noi occidentali, si spera con l’avallo o con l’astensione dell’Asia e dell’Islam moderato, del duro fardello dell’uomo bianco e rifare una nuova crociata non per uno scontro di civiltà ma, semplicemente, per ottenere il rispetto delle regole.

Luglio-agosto-settembre 2002