Kaos e cosmo

Questo nostro secolo, che sta per finire, è già stato tante volte etichettato, in funzione dei fenomeni che son sembrati, di momento in momento, più caratteristici e tali da poter connotare un’epoca, che si deve seriamente dubitare della possibilità di racchiudere in una qualsiasi formula sintetica tutto il percorso fatto dall’umanità in questi cento anni.

Forse gli storici del XXI secolo riusciranno a trovare la parola che ci manca, considerando con distacco il nostro tempo; i posteri, forse, comprenderanno meglio se c’è e che cos’è che ci distingue dai nostri predecessori.

Per quanto non sia da escludere la necessità di una prospettiva ancor più ampia perchè si possa dire con qualche attendibilità se, nell’ambito della cosiddetta età moderna, il nostro tempo è stato soltanto un nuovo medioevo, con tante abbaglianti o ottenebranti luci ed ombre.

Certo è che, visto da dentro, seppur non con una esperienza secolare, il nostro non può non parerci un tempo confuso e, se tale qualificazione dovesse sembrare un effetto di proiezione individuale, non si potrebbe facilmente essere smentiti se si dicesse: contraddittorio.

Ma si può ragionevolmente sostenere la caratterizzazione di un’epoca con un termine che si ritrova facilmente in qualunque tempo?

O non è soltanto la congerie sempre crescente delle informazioni e la conseguente varia provenienza delle stesse a farci sembrare tanto diffusa la contraddittorietà?

Allora risulterebbe vero che il nostro tempo più che dai fatti è connotato dalle notizie che abbiamo dei fatti; allora il nostro sarebbe veramente il secolo della comunicazione.

Eppure, malgrado l’offerta dilagante di informazione, è sempre più difficile essere informati correttamente e completamente; bisogna faticare a selezionare le fonti e a valutarne l’attendibilità.

E’ la rivolta continua di Prometeo che si mischia con la fatica di Sisifo; è il grande fratello che viene ucciso da Abele; il messaggio torna ad essere se stesso.

Tuttavia i messaggi sono in contraddizione fra loro e creano confusione; ma dal kaos scaturisce il cosmo e poi arriva l’homo sapiens, sapientior.

In questa situazione ciò che potrebbe avere maggior agio sarebbe la libertà; ma è veramente libertà la nostra?

Probabilmente sono liberi soltanto quei pochi che sono in grado di selezionare adeguatamente e di leggere criticamente la comunicazione utile e corretta, o quei pochissimi che riescono a non subire totalmente, o quasi, la comunicazione.

maggio1998