Metacertificazione delle competenze

Di là da un astratto interesse per una ricerca sul tema è dubbio che – come sostenuto da D’Addio – (http://www.bollettinoadapt.it/certificazione-delle-competenze-spunti-per-una-ri-cerca-e-per-linnovazione-dellazione-sindacale/ http://www.mitbestimmung.it/federico-daddio-certificazione-delle-competenze-spunti-per-una-ricerca-e-per-linnovazione-dellazione-sindacale/) “lo studio e l’approfondimento di un argomento ancora poco dibattuto che auspico possa trovare un maggiore riscontro anche nella prassi e nelle relazioni industriali”, riesca effettivamente ad entrare in qualche accordo tra le parti sociali e, forse, è meglio così.

Infatti, anche i formatori, pensavano, in passato, che la certificazione delle competenze (qualifiche) potesse essere utile a stemperare la strisciante conflittualità sul tema degli inquadramenti e aiutare le aziende ad organizzarsi più efficientemente, anche promuovendo la formazione (continua) dei lavoratori, ma sbagliavano, perché dal lato dei lavoratori la certificazione poteva rappresentare uno spunto facilmente rivendicativo, mentre dal lato datoriale poteva rappresentare uno spunto obbrobriosamente impositivo.

E sbagliavano anche perché la nostra cultura, scolastica e formativa (più interessata all’insegnamento che all’apprendimento), non soltanto è incapace di certificare oggettivamente competenze ma, soprattutto, di assicurare che esse siano realmente applicabili, salvo il tempo minimo di attivazione sul campo.

Oggi, poi, con le prospettive di cambiamento accelerato e continuato ha ancora meno senso una certificazione di competenze che arrivi quando già quelle competenze potrebbero essere divenute obsolete. A meno che non si realizzi una certificazione di componenti elementari di competenze, unita alla certificazione della capacità del soggetto di attualizzare le sue competenze rispetto alla evoluzione tecnologica riferibile a tali elementi.

In conclusione: i datori di lavoro sono stati finora – e si può credere continueranno ad esserlo ancora – restii a dar adito a certificazioni delle competenze dei lavoratori che li vincolino nella loro organizzazione del lavoro e nello jus variandi; i sindacati, per quanto attratti dalla legalità di una certificazione vincolante, hanno finito per preferire, fino ad ora, che non ci fossero certificazioni per poter rivendicare di più e meglio, anche laddove le competenze fossero assenti; i certificatori di competenze mancano o non sono attendibili, salvo rarissimi casi.