No, non ride questa primavera 1998 per tanti italiani e, specialmente, per i proprietari di case.
Ride la primavera, invece, per alcuni altri, pochi: per chi ha avuto grosse vincite in qualcuno dei giochi o delle lotterie nazionali; per chi ha investito in titoli azionari, almeno dall’inizio dell’anno, da quando cioè si è sviluppato un rialzo dei corsi azionari del 30-40%; per chi ha uno sfratto in corso di esecuzione, ulteriormente rinviato dall’ennesima proroga.
E ride la primavera per i nostri governanti – anzi ridono loro, d’altronde qualcuno di loro ride sempre – che si beano di aver portato l’Italia nel paradiso Europa, mentre i migliori esperti ci predicono se non un inferno, quanto meno, un lungo purgatorio.
Ma perchè non ride la primavera per gli italiani, in genere, e per i proprietari di case, in particolare?
Perchè gli uni e specialmente gli altri stanno comprendendo che l’espiazione dei loro peccati: aver lavorato e continuare a lavorare sodo; aver risparmiato e cercare di risparmiare ancora; aver investito nella casa e voler tentare di mantenerla adeguata e funzionale; è appena iniziata e, soprattutto, non è destinata a seguitare invariata, con la inevitabile attenuazione che consegue alla abitudine del dolore, ma è destinata ad aggravarsi anche e semplicemente nella continua mutazione delle afflizioni.
Sempre nuove tasse, o nuove modalità di calcolo e/o di versamento delle vecchie tasse; sempre nuove sanzioni, o nuove modalità di calcolo e/o di versamento delle vecchie sanzioni, anche per semplici errori formali nelle dichiarazioni al fisco; sempre nuove vessazioni da parte degli agenti di una amministrazione che, ogni giorno di più, somiglia ad una banda di grassatori.
Non basta: siamo alluvionati da disposizioni che, in funzione di una utopistica semplificazione, irrealizzabile da menti e da corpi burocratici adusi alla complicazione delle cose più semplici, ci complicano la vita di tutti i giorni.
E ancora dobbiamo attendere l’effetto del trasferimento di competenze dallo stato alle regioni, le quali, non solamente non potranno fare a meno di allietarci con le loro velleità semplificatorie/complicatorie, ma renderanno la vita impossibile a chi, per sua scelta o per semplice casualità, proverà o dovrà operare in diverse regioni, che potranno disciplinare anche in maniera completamente diversa le stesse materie.
Infine, i dannati proprietari di case non solo dovranno combattere con il comune sul piano urbanistico e dei diritti edificatori, ma anche sul piano fiscale, con la prevista devoluzione del catasto, in peius, ai comuni stessi; e poi, se passerà il disegno di legge Veltroni sui centri storici, si troveranno ad avere una casa sostanzialmente vincolata, praticamente con tutti gli obblighi di proprietari di dimore storiche, ma senza alcun vantaggio; e poi ancora, se passerà la riforma dell’equo canone, si troveranno di fatto espropriati, senza ristoro alcuno, a vantaggio degli inquilini.
No, non ride la primavera 1998; e non si sa quando tornerà a ridere una primavera per gli italiani.
marzo1998