Passione civile

Tramontata è già la luna

e sulle rive dello Xanto

tornano a pascolare

i cavalli selvatici

Alceo

Prima dell’alba ci si può giustamente chiedere come sarà il nuovo giorno. Se sarà una bella giornata; se sarà una giornata con minori affanni o con maggiori soddisfazioni della precedente. Se saremo capaci di renderla comunque utile a noi e agli altri.

Prima dell’alba c’è la paura ancestrale che il sole possa non tornare a splendere nel cielo, come sempre.

Prima dell’alba è ancora freddo il buio e non si distingue bene il contorno delle cose, se non quando i primi lucori ci lasciano intravvedere il calore della luce che sta per avvolgerci nel suo abbraccio rassicurante.

Sono brevi attimi di cui non ci avvediamo quasi più; sono istanti tremendi e meravigliosi che trascorrono nel tempo di un sorriso; sono momenti di lieta pena, che concludono una lunga notte popolata di incubi.

E ci sono notti che, anche al di fuori delle regioni boreali, durano a lungo: persino 6 o 7 anni. Sono notti della ragione; notti della civiltà; notti in cui soltanto pochi, pallidi lumi continuano instancabili a brillare, mantenendo viva la speranza, la certezza del giorno.

Eppure il giorno che sta per venire dopo tali notti fa più paura di un giorno qualunque.

Perché è più facile credere alle virtù della luce quando è buio. Perché è più facile credere alle idee che sappiamo pensare quando non siamo in grado di realizzarle. Perché è più difficile fare che criticare.

Tuttavia bisogna essere forti, bisogna non farsi intimidire dalle responsabilità, affrontando risolutamente l’alba del nuovo giorno con l’idea che possa essere contemporaneamente il primo e l’ultimo giorno in cui possiamo fare quello che desideriamo da tempo; quanto abbiamo vagheggiato a lungo; ciò che crediamo giusto.

In un giorno così non dobbiamo essere timidi e miti, ma dobbiamo essere duri e sfrontati; dobbiamo sbarazzare subito il campo da tutti gli orpelli che intralciano il cammino e, quindi, procedere a passo di carica verso gli obbiettivi prefissati; dobbiamo essere chiari e netti nel dire ciò che intendiamo fare e perché, facendolo subito e controllando immediatamente dopo i risultati, pronti se occorre agli aggiustamenti del caso.

In un giorno così bisogna correre a perdifiato per poter concludere subito il maggior numero di azioni possibile e per avviare quanto non può essere concluso immediatamente, contando esclusivamente sugli amici fidati e non perdendo tempo con i cacadubbi.

In un giorno così dobbiamo credere incondizionatamente in noi stessi, nella forza delle nostre idee. nella bontà degli ideali che ci hanno fatto vivere fino ad oggi.

Del resto, se abbiamo potuto passare una notte tanto lunga e oscura, riusciremo a passare anche un giorno tanto abbacinante ed esaltante.

E allora: fiat lux.

Marzo ‑ Aprile 2001