“Una lunga marcia comincia con un piccolo passo”.
E’ un motto maoista, non particolarmente acuto, ma che serve, non solamente a far capire la necessità di andare avanti, nonostante tutto, nel perseguimento di propri propositi, ma anche a far notare una costante universale.
Quando un potere ottuso e pervasivo opprime un popolo ricco di cultura e tradizione millenaria, questo sopporta pazientemente nella convinzione che tutto passa, tutto cambia, tutto si accomoda.
Sopporterà fin tanto che non vedrà lese le sue posizioni di vita, intaccata la propria prospettiva di miglioramento, attentate le proprie aspettative.
Non si può dire se e quando ci sarà, da noi, quel piccolo passo; o, addirittura, se quel piccolo passo è già stato mosso!
Certo è che la marcia dovrà continuare.
Se si vogliono conservare cultura e tradizione, benessere e prospettive, bisogna veramente acconciarsi ad un una rivoluzione.
Non è più tempo di riforme.
Le riforme ci hanno portato a questo punto. Un punto morto.
E’ il tempo di una rivoluzione conservatrice.
Per ridare spazio ai valori che contano; per un riconoscimento della competenza; per una ripresa della responsabilità individuale.
marzo 1997