Oggi 27 ottobre 1998 non è un bel giorno per nascere, in Italia, né per una persona né per un Governo.
Eppure dobbiamo essere lieti. Perché, se non altro, è cessato un equivoco, anzi, più di un equivoco.
E’ cessato l’equivoco dell’ulivo, che è stato il cavallo di Troia per la conquista di tanti voti moderati che hanno voluto credere nella prevalenza della dimensione tecnocratica rispetto a quella ideologica; di là dal cinismo del plutocrate che, candidamente, riconosceva la necessità di un governo di sinistra per la realizzazione di politiche di destra, intendendosi per destra, nell’accezione plutocratica, la conservazione dell’esistente, con annesso sostegno alla grande industria.
E’ cessato l’equivoco della desistenza, con cui i moderati sono stati raggirati, dapprima alle elezioni del 21 aprile 1996 e poi per tutta la durata del Governo Prodi, con i comunisti fuori dal governo ma dentro, per non dire sopra, la maggioranza; comprese le 35 ore dell’accordo conclusivo della crisi finta dell’ottobre 1997.
E’ cessato l’equivoco, di brevissima durata, dell’ex Presidente che voleva essere veramente alternativo alla sinistra e perciò appoggia il nuovo Governo di sinistra ed è cessato l’equivoco, che dura da troppo tempo, della Lega che voleva essere alternativa alla sinistra, al centro e alla destra e perciò ha appoggiato il centrodestra e il centrosinistra, è pronta ad appoggiare nuovamente la sinistra oggi o la destra domani, purché chissà che.
Ma, soprattutto, è crollato il muro della pretesa superiorità morale e democratica della sinistra comunista che, dopo aver dichiarato espressamente di non poter assumere la guida del governo del Paese senza essere legittimata dal voto popolare, ha ritenuto di poter fare a meno di tale legittimazione, almeno provvisoriamente.
Dobbiamo quindi essere lieti perché, se l’attuale capo del Governo e principale esponente del partito di maggioranza relativa terrà fede a tale, rinnovato impegno e, dopo aver concordato una adeguata riforma elettorale, promuoverà o comunque consentirà che il ricorso alle urne elettorali vi sia, avremo finalmente normalizzato la situazione politica italiana.
Cosicché chi vincerà, dopo una regolare campagna elettorale, venendo giudicato ciascuno dei gruppi contendenti sulla scorta di quanto avrà fatto o non fatto e di quanto si impegnerà a fare o a non fare con la credibilità che si sarà conquistato, potrà governare normalmente, come in tutti i paesi civili del mondo e potrà sviluppare il proprio programma, senza tema di delegittimazioni e di agguati extracostituzionali.
Se, invece, tale impegno verrà disatteso, allora sarà chiaro a tutti che, secondo lo schema leninista, i comunisti hanno preso il potere, facendosi schermo di Prodi, il 21 aprile 1996, lo hanno mantenuto, dopo aver rimosso lo schermo Prodi nell’ottobre 1998, appoggiati da Cossutta e da Cossiga, con l’intenzione di tenerlo con tutti i mezzi, più o meno leciti, più o meno corretti, per tutto il tempo che è possibile tenere il potere senza un ricorso, di certo oramai improponibile, alla forza.
Così, alla normale scadenza della legislatura, nel 2001, se gli italiani non saranno stati già completamente condizionati dalla propaganda, tutti avranno capito quanto sarà costata loro questa triste stagione dell’ipocrisia e, allora, il comunismo italiano sarà sconfitto definitivamente; di modo che potrà cominciare veramente una fase nuova della nostra storia di Nazione, una fase da costruire senza pregiudizi, senza più le ombre del passato: le ombre nere, le ombre bianche, le ombre rosse.
Se non moriremo subito, certamente non moriremo democristiani ma neppure comunisti.
ottobre1998