Contribuire da vecchi per lavorare da giovani

Si insiste nel dire che una riduzione contributiva generalizzata non è possibile, perché sarebbe troppo costosa, dando per scontata una conseguenza che, invece, scontata non è affatto e cioè che a tale riduzione dovesse essere necessariamente aggiunta una contribuzione figurativa, con la quale lo Stato dovesse farsi carico del mancato versamento dei contributi per assicurare una invarianza dei peculi contributivi dei lavoratori.
Si dimentica che, in base alle vigenti norme, la pensione deriva dai versamenti contributivi e i contributi figurativi sono previsti soltanto per particolari, limitate casistiche, e che, pertanto, il costo della riduzione sarebbe, a rigor di termini, a carico dei lavoratori stessi, i quali si ritroverebbero con un peculio contributivo ridotto e avrebbero quindi diritto a pensioni ancor più modeste di quelle che, alle condizioni attuali, possono essere calcolate.
La qual cosa si considera, non senza ragione, inopportuna se non inaccettabile. Ma non si pensa neppure a come contrastarla senza accollarla alla collettività nazionale, non considerando neppure il beneficio che la riduzione contributiva potrebbe portare all’occupazione e all’economia del paese, non soltanto per effetto dei gettiti fiscale e contributivo conseguenti ma, soprattutto, per l’effetto crescita, umana e sociale, che il lavoro può dare ad una società ingessata.
Manca il buon senso di una mediazione in cui tutti possano vincere. Ad esempio liberalizzando i versamenti contributi per prosecuzioni, ricostituzioni e riscatti, non soltanto per la laurea ma per qualunque altra situazione di non lavoro dalla maggiore età in avanti; salvo, eventualmente, incentivare tali operazioni in qualche modo compatibile con la finanza pubblica, ad esempio com’era in passato, quando il riscatto della laurea era a carico del lavoratore soltanto al 50%.
Sappiamo bene che, nell’arco di una vita lavorativa, ci sono stati sempre, in passato, e potranno esserci anche in futuro momenti in cui la retribuzione sarà troppo bassa rispetto alle esigenze e momenti in cui, invece, essa potrà essere tale da consentire anche un certo qual risparmio, cosicché potremmo indirizzarlo alla previdenza con una spinta gentile.
v. anche http://www.bollettinoadapt.it/old/files/document/6029ORAZI_15_03_10(2.pdf